Misophonia

Pivio

I dischi dell’espleta – ESP084 – 2024
digital, vinile

Misophonia è il nuovo lavoro solista di Pivio che conclude la cosiddetta “trilogia delle patologie sociali”, iniziata con Cryptomnesia (2020) – disco realizzato in piena pandemia, e proseguita con Pycnoleptic (2023), album che aveva permesso di sperimentare con le nuove tecnologie audio (in particolare attraverso un missaggio nativo col sistema Atmos). Questa volta è la paura del suono a caratterizzare quest’ultimo album, paura intesa in senso lato come potrebbe essere il tentativo da parte di molti governi di far tacere il suono del dissenso politico e sociale. Anche in questo caso, come per i precedenti, il disco è stato realizzato sostanzialmente in solitario, con la sola collaborazione di un nutrito gruppo d’archi in tre brani (quello di apertura, Wildest dreams, il centrale The words I say ed il conclusivo Start again). Sono poi presenti tre cover, In the art of stopping degli Wire, Never understanding dei Jesus and Mary Chain e What use dei Tuxedomoon, i cui testi sono poi diventati lo spunto per una decontestualizzazione effettuata nei restanti 6 brani, alle cui liriche ha spesso collaborato Marco Odino, già membro del gruppo new-wave Scortilla.Scrive Pivio: “ho iniziato ad avvicinarmi al mondo musicale fin da piccolo (ho rischiato pure di partecipare ad uno Zecchino d’oro come cantante) ma solo dalla seconda metà degli anni ’90 la musica è diventata la mia attività principale, soprattutto nell’ambito della scrittura e realizzazione di colonne sonore (ormai sono più di 200 a mio nome). Ma mi ha sempre interessato confrontarmi concretamente con la forma canzone, qualche volta anche con qualche piccola soddisfazione. E Misophonia è sostanzialmente un disco di canzoni. Tuttavia, da alcuni anni cui sto assistendo ad una rivoluzione artistica e produttiva del mercato discografico, di cui comprendo bene i meccanismi ma che non riesco a condividere, neanche obtorto collo. In questo senso, quest’ultimo mio lavoro rischia di risultare “misofonico” o quanto meno niente affatto allineato con l’attuale modello vincente, cosa che comunque rivendico con forza. E questo mi sta quindi sempre più convincendo che sarebbe opportuno far mia “l’arte di fermarsi”, nella speranza di trovare, prima o poi, nuove forme, non necessariamente musicali – o forse sì –, per tentare di esprimere quello che realmente provo.

Di seguito, qualcosa sui vari brani presenti in MISOPHONIA:

Wildest dreams

E’ l’incipit in cui l’io narratore offre la sua dichiarazione d’intenti su cosa vuole proporre nella sua opera (e come), ben cosciente che è molto probabile che si tratterà di un caotico viaggio in solitudine, dentro il quale troveranno posto i propri sogni più sfrenati e contorti.

In the art of stopping

Cover del brano degli Wire, gruppo cui sono molto legato anche se li ho potuti applaudire dal vivo una sola volta, proprio in occasione della presentazione dell’album da cui è tratto questo brano. Il suo semplice testo racchiude molte parole chiave che torneranno più volte nelle altre canzoni di Misophonia.

Fly to Rome

Tempi sempre più bui si avvicinano, ed il rumore delle guerre si fa sempre più distinto. Forse tornare in quella che è diventata la mia città di adozione non potrà realmente salvarmi dagli incubi che gli appetiti finanziari con i loro nuovi giocattoli stanno alimentando a scapito di popolazioni sempre più inermi.

Never understand

Cover del brano dei Jesus and Mary Chain. Originariamente basato su un canto simile ad una filastrocca immerso in un rumoroso continuo feedback di chitarre elettriche, può diventare un esempio di quello che molti identificano come un suono molesto. Anche in questo caso il suo testo contiene passaggi che sono stati decontestualizzati in altre canzoni dell’album.

The last song of side A

Brano decisamente autoreferenziale. Corrisponde alla chiusura del primo lato del disco e contiene elementi melodici e testuali che servono a lanciare il successivo …

The words I say

E’ una strana immagine la percezione del mondo, soprattutto quando l’incomunicabilità e la polarizzazione delle proprie convinzioni sembrano essere il risultato e non la causa dei rumori che ne contraddistinguono l’esistenza. E così le parole proferite restano intrappolate nella propria testa senza che qualcuno le riesca davvero a comprendere.

Nobody trusts art

Nessuno sembra più fidarsi dell’arte, non importa di quale delle sue infinite espressioni, e ad essa si tende a preferire il senso del caos, dove ogni pensiero si mantiene indistinto e quindi non più pericoloso. Ma potrebbe essere che questo caos crei le condizioni per una sorta di rinascita, anche a rischio di dover accettare la forza dell’arte di fermarsi.

What use

Cover dei Tuxedomoon. Brano che mi è rimasto ben impresso nel tempo per la sua originalità e che ha generato via via strane sensazioni anche grazie ad un testo dal sapore molto criptico che, proprio per questo, si è rivelato immensa fonte di ispirazione per l’album Misophonia.

Start again

Si chiudono i giochi e per contrasto è tempo di ripartire, magari per trovare qualcosa di nuovo, provando a non guardarsi indietro e pronto a combattere una nuova sfida, pur nella consapevolezza che comunque un giorno tutto finirà, anche in Paradiso.
Buon ascolto”

Lato A

  1. Wildest dreams 5:14
  2. In the art of stopping 3:38
  3. Fly to Rome 5:19
  4. Never understand 2:56
  5. The last song of side A 1:52

Lato B

  1. The words I say 5:43
  1. Nobody trusts art 6:21
  2. What use 3:57
  3. Start Again 4:30

1, 6, 9 (Pivio / Marco Odino) Ed. Creuza S.r.l.

2 (Graham Lewis) Ed. Pinkflag

4 (James Reid – William Adam Reid) Ed. Domino Pub. Comp. Ltd.

3, 5, 7 (Pivio / Marco Odino – Pivio) Ed. Creuza S.r.l.

8 (Blaine Reiniger – Steven Brown – Peter Dachert) Café Concerto S.r.l.

Pivio: voce, cori, MS20, Mellotron, Arp 2600, piano elettrico, chitarra elettrica, daf

Cristian Budeanu: violino in 1, 6

Alessandra Dalla Barba: violino in 1, 6

Noemi Estzer Kamaras: violino in 1, 6, 9

Federico Mazzucco: violino in 9

Angelica Pierri: violino in 9

Roberto Piga: violino in 9

Beatrice Puccini: violino in 1, 6, 9

Laura Sillitti: violino in 1, 6

Roberta Tumminello: violino in 1, 6, 9

Ilaria Bruzzone: viola in 1, 6, 9

Daniele Guerci: viola in 1, 6, 9

Arianna Menesini: cello in 9

Martina Romano: cello in 1, 6

Maria Laura Zingarelli: cello in 1, 6, 9

Gianpiero Lo Bello: tromba, flicorno in 1

Registrato al Trancendental Studio (Roma)

Archi registrati al Trancendental Studio (Genova)

Missato al Bitbazar Studio (Roma) da Massimiliano Nevi and Pivio

Masterizzato al Bitbazar Studio (Roma) da Massimiliano Nevi

Disegno: Pivio

Foto: Carmen Giardina

Grafica: Rita Giacalone al Bitbazar Studio (Roma)

Prodotto da Pivio

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  1. Wildest dreams Pivio 5:14
  2. In the art of stopping Pivio 3:38
  3. The words I say Pivio 5:43